Festa di Piedigrotta a Napoli-Settembre a Napoli
PER I 120 ANNI DELLA NASCITA DI VIVIANInel “cuore” della Festa di Napoli
nel CORTILE del
MASCHIO ANGIOINO
da Venerdì 5 a domenica 7 settembre ore 21.30
ritorna il grande musical
FESTA DI PIEDIGROTTA
Versi prosa e musica di Raffaele Viviani
Sculture e spazio scenico Musiche di Raffaele Viviani
LELLO ESPOSITO elaborate da
RAFFAELE DI FLORIO EUGENIO BENNATO
Coreografie
ETTORE SQUILLACE
Regia
NELLO MASCIA
www.festadipiedigrotta.eu Info: 081 5647525-081 5519733 -393 3339195-pro.spet@libero.it
FESTA DI PIEDIGROTTA
Omaggio a Raffaele Viviani
nel 120° anniversario della nascita
“Nella Villa comunale scintillante di luci e di colori si scatena la millenaria festa pagana di Settembre, la Piedigrotta partenopea che, con i suoi carri, le sue allegre cavalcate, le variopinte luminarie , l’ammuina, costituisce per i fidanzati l’occasione buona e fa nu poco ‘e scostumate. Soprattutto è la festa della canzone, dei carri allegorici e della folla tumultuante, sapientemente affiatata e coordinata dall’autore che comunica spontaneità e naturalezza a piene mani. Viviani compie una operazione fotografica dal vero, filtrata dai suoi ricordi giovanili della Festa, rivelandosi autore ed attore ineguagliabile.”
NOTE DI NELLO MASCIA
La musica. Protagonista assoluta. Tanto da codificare l’opera come il primo vero musical italiano.
Brani dalla forza espressiva prorompente.
La memoria. La testimonianza viva di quella che fu la Festa più famosa, più amata dal popolo napoletano.
La descrizione rapsodica di una umanità appena uscita dalla tragedia di una guerra devastante.
Una umanità ancora ferita, monca, disorientata, eppure con una grande urgenza di vivere.
La ricerca di un altrove. Tutte le feste popolari rimandano inevitabilmente ai riti dionisiaci.
La linea di confine fra ragione e follia. Forse è un po’ troppo avventuroso il parallelo Festa di Piedigrotta – Baccanti. Ma non è del tutto incauta la ricerca di una matrice comune o almeno di
motivi di similitudine fra la tragedia di Euripide e l’opera vivianea.
L’educazione malavitosa. Tema apparentemente marginale dell’opera. Ma che mi appassiona per
la sua attualità. Lo scugnizzo come simbolo di una gioventù abbandonata. Già impegnato in attività illecite con l’innocente candore della spensieratezza, ma con la concreta urgenza della necessità.
Lo stadio successivo è quello dei “bazzarioti”. Non più adolescenti, non ancora adulti. Già più crudeli.
Più truci. Già maturi all’affiliazione alla malavita vera e propria.
E’ questo l’aspetto più dolente e politicamente più significativo dell’opera.