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21 Dic

Incurabili, apre per sempre la Farmacia Esposte opere d'arte mai viste prima

Martedì 20 dicembre,ha riaperto per sempre La farmacia degl’ Incurabili , alle  16,30 ciò che il Celano vedeva,  è stato  nuovamente svelato ai napoletani.

La storica Farmacia e la cinquecentesca cappella di Montalto. Entrambe chiuse da quasi trent’anni e parte di un tesoro «medico» che non ha eguali in Europa. Qualche anno dopo la sua fondazione (voluta da Maria Lorenza Longo nel 1516, la cui causa di beatificazione giace da secoli nei cassetti del Vaticano) l’ospedale divenne una eccellenza medica dell’epoca. Non solo il primo nel Regno, ma in tutta Europa. Principesse e nobildonne facevano a gara per andarvi a partorire, mentre le erbe venivano preparate e mescolate con grande cura e perizia da suore e monache, che spesso traevano dai loro orti officinali medicinali miracolosi. Ma fu sempre pieno di opere d’arte perché «ciò che è bello non guarisce, ma aiuta a stare bene».

La farmacia degl’ Incurabili

Nel cortile barocco dell’antico complesso monumentale degli Incurabili, sulla collina di Caponapoli, simbolicamente  sono state riaperte  le porte dei due «scrigni». Grazie al «lavoro dell’azienda sanitaria – è scritto in un comunicato – che, a costo zero, sta recuperando, salvaguardando e valorizzando l’immenso patrimonio storico-artistico a lungo dimenticato negli ospedali e grazie ai numerosi volontari». Sono proprio questi giovani professionisti, medici, storici dell’arte, docenti, a permettere l’apertura della Farmacia e della Cappella. Nessun restauro, ma solo, ci tengono a precisare, «sono stati rimessi in ordine i luoghi che per troppo tempo erano stati abbandonati al loro destino». In altre parole quadri che erano appoggiati a terra sono stati rimessi al loro posto, come gli scaffali della preziosa Farmacia. Ma nulla è stato toccato o spostato dal suo ambito. Poi i volontari, raccolti nell’associazione «Il faro di Ippocrate», accompagneranno i turisti. Le visite saranno a numero chiuso e su prenotazione. Una ogni ora fino alle 14.

Si visiteranno la Quadreria, la Farmacia, la Cappella Montalto e il Museo della Arti Sanitarie. E qui c’è la seconda novità.  E’ stata  aperta   anche la terza sala dedicata a Giuseppe Moscati, «non il santo ma il medico». Grazie ai gesuiti sarà ricostruita la sua carriera e il suo lavoro di ricercatore. Vengono esposti documenti, lettere ma anche oggetti quotidiani a lui appartenuti. «Abbiamo voluto dare un segnale di positività in un momento così difficile per la città e per l’Italia intera – spiega il generale Scoppa – con l’obiettivo di riuscire ad avviare, insieme alle altre realtà costruttive, un fecondo circuito virtuoso che rimetta la cultura e la storia della città al posto che meritano, facendone innanzitutto il miglior biglietto da visita possibile ed anche una fondamentale risorsa». Opere d’arte che vengono ridonate ai napoletani. Un immenso patrimonio  a dire del Generale  Scoppa – che per molto tempo è stato dimenticato o addirittura abbandonato al degrado e alle razzie di ladri e vandali, ma che ora  si sta recuperando.   con l’aiuto di tanti volontari e persone di buona volontà.

E proprio per celebrare nel migliore dei modi l’evento, l’Asl e i volontari (tra i quali anche molti dipendenti dell’ospedale) hanno riunito in una sala della Farmacia alcuni capolavori che giacevano da decenni nei depositi degli altri ospedali storici napoletani. O che sono stati scoperti all’interno della stessa Farmacia, dove nei secoli hanno trovato rifugio dopo incendi, crolli o semplici ristrutturazioni dei luoghi in cui si trovavano. Sono state trovate opere bellissime e mai viste prima come il Sant’Antonio con Bambino, statua lignea del Seicento. «La Farmacia degl’Incurabili» risale al Settecento e fu realizzata su disegno di Bartolomeo Vecchione (1747-51) sulla vecchia spezieria del Cinquecento. E’ intatta (l’unica in Europa) ed è composta da due sale con l’originaria scaffalatura in legno, sulla quale vi sono ancora 400 preziosi vasi in maiolica dell’epoca, realizzati da Lorenzo Salandra e Donato Massa, lo stesso artista che ci ha lasciato le maioliche del chiostro di Santa Chiara. Appena entrati si nota la presenza di una scultura lignea che è l’allegoria dell’utero virginale. Un’opera che guarda a specchio un’altra simile, che si trova sulla parete opposta della Sala Grande ed è l’allegoria dell’utero «operato». Per info: 081/440647-3395446243

Fonte

Corriere del Mezzogiorno

Vincenzo Esposito
20 dicembre 2011

Da non perdere , tra le tante bellezze di questa incantevole città.

Noi del b&b Casa Mira Napoli, vogliamo che i nostri ospiti conoscano la

nostra città con le sue più belle opere d’arte. Napoli è unica al mondo!!!!

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